Nonno Vari - Federico Benedetti Official Blog

Nonno Vari

Nonno VariUn sincero ringraziamento, a nome di tutti i familiari, a voi che siete qui questa mattina, a pregare tutti insieme per Evaristo, il nonno Vari.

Ci ritroviamo ancora qui, dopo poco più di due mesi dall’improvvisa ed inaspettata scomparsa di sua moglie, la nonna Bina.

C’è un numero con cui mi piace riassumere questa storia unica: Dopo aver vissuto insieme per settant’anni, si sono separati per settanta giorni, per poi ritrovarsi.

Questo periodo, seppur duro e difficoltoso, me lo ricorderò per sempre, per l’amore, l’impegno, la dedizione ed il sacrificio, con cui gli siamo stati vicini. In particolare, voglio ringraziare mio cugino Marco, che si è speso nell’assisterlo quotidianamente. Penso che sia stato il più bel regalo che i figli, le nuore, i nipoti ed i pronipoti potessero fargli. La serenità di chi ha coltivato la terra per una vita e giunto alla fine dei suoi giorni ammira soddisfatto i frutti del proprio operato.

E’ stato lucido fino all’ultimo e mi ricordo di come mi guardava, con i suoi occhi azzurri come il cielo, quando cercava di spiegarmi che sentiva che il suo tempo volgeva al termine. E’ difficile da capire per noi che non abbiamo i suoi anni. Per noi che vorremmo rimandare sempre di più l’appuntamento con la morte. Invece lui venuta meno la sua compagna, lentamente ed inesorabilmente si è preparato e ci ha preparato a questo momento.

Per cui oggi siamo tristi, come è giusto che sia, ma sereni nel saperlo sereno di nuovo insieme alla nonna Bina.

E partendo da questa immagine di loro riuniti che ci guardano sorridenti dal cielo, che ho parafrasato un testo tratto da Henry Scott Holland (1847-1917) un canonico della cattedrale di St.Paul (Londra). Penso che oggi Evaristo e Bina direbbero ad ognuno di noi:

La morte non è niente. Siamo solamente passati dall’altra parte: è come se fossimo nascosti nella stanza accanto. Noi siamo sempre noi e tu sei sempre tu.

Quello che eravamo prima gli uni per l’altro lo siamo ancora. Chiamaci ancora con il nome che ci hai sempre dato, che ti è familiare; parlaci nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensaci! Il nostro nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza. La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza. Perché dovremmo essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché siamo fuori dalla tua vista? Non siamo lontani, siamo dall’altra parte, proprio dietro l’angolo. Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il nostro cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se ci ami: il tuo sorriso è la nostra pace.

Ho sempre detto e sempre dirò che mi auguro di poter trascorrere gli ultimi anni della mia vita come hanno fatto loro, e senza alcuna retorica vorrei concludere con delle parole che si sposano perfettamente con la loro storia d’amore:

… e vissero per sempre felici e contenti…

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