Invecchiare - Federico Benedetti Official Blog

Invecchiare

Van Gogh “ritratto di vecchio contadino” 1.888

Immaginate un casolare in campagna. Pensate a una calda giornata primaverile. C’e’ il sole, c’e’ un grande albero che fa ombra. C’e’ un vecchio seduto su di una sedia di legno con in mano il bastone. Se ne sta li’, fermo, immobile. Come una persona che aspetta l’autobus, ma con la differenza che il vecchio non e’ impaziente. Ai suoi piedi un cane, anche lui accucciato. E’ una scena che tante volte ho visto, che tante volte ho immaginato,ma che questa volta mi balza agli occhi mentre penso e ragiono sulla vecchiaia. Ancora una volta e’ il paradosso a farla da padrone. Passiamo tutta una vita lavorando e lamentandoci di non avere tempo, ed ora che questo vecchio ha tutto il giorno a disposizione, passa la maggior parte del tempo seduto su quella sedia.
Ah cosa pagherei per sapere cosa pensa, cosa vede, cosa sente! A volte penso che sia una sorta di trance, che alterna momenti di veglia ad altri di sonno, nebbia a lucidita’.
Deve essere una specie di effetto clessidra. Quando la nostra testa e’ vuota ci adoperiamo per riempirla di granelli di sabbia, poi ce ne stiamo immobili osservando i tanti ricordi che pian piano se ne vanno.
Lo penso ora si, ora che ho gia’ vissuto una buona parte della mia vita, ora che quando mi comparo ad un ventenne comincio a vedere netta la differenza di energia, ora che nella mia testa ci son gia’ molti granelli di sabbia.
Ed ecco che quel vecchio non mi appare piu’ come un rabbioso codice segreto impossibile da decifrare, ma misteriosamente egli mi appare come la mia naturale proiezione futura. Cio’ a cui tendo.
Ma a sconvolgermi i ragionamenti non e’ tanto il vecchio li’ seduto, quanto il cane ai suoi piedi. E’ un essere stupido e quindi se ne sta li’ senza troppe domande o troppe riflessioni, oppure e’ il suo istinto a portarlo a quel livello di saggezza, al quale noi esseri intelligenti tendiamo ad arrivare dopo cotanta fatica?
O per quale scherzo della vita, iniziamo la nostra caccia al tesoro fatta di tante tappe, salvo poi scoprire, all’ultimo indizio, che il tesoro e’ li’ in quell’apparente incomprensione di quel quadro appena descritto?
Possibile che dobbiamo vivere una vita intera e spendere cosi’ tanto tempo per imparare a nutrirci e trarre giovamento, dallo stare fermi, immobili, a goderci una bella giornata di primavera?
Ma se questo e’ siamo dunque un paese civilizzato noi? Nel quale la frenesia ed i falsi idoli, ci portano ad inseguire modelli tanto complicati quanto inarrivabili? Scalare quella montagna cosi’ alta ed impervia. Ah quante lacrime, quanto sangue sputato arrampicandoci! E poi arrivati in cima, quando finalmente arrivi alla meta tanto agognata (semmai ci riesci), vedi che il premio e’ una discesa di sola andata sull’ascensore che ti riporta al punto di partenza.
E ti ritrovi li’ fermo, seduto, con in mano il tuo bastone, in perfetta e totale armonia con il mondo. Tu, il cane ed il grande albero parlate la stessa lingua, eterna!

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